Incontro con alcuni degli ultimi protagonisti di un’epoca unica per la storia del vetro e di Murano nel mondo.
Organizzato nell’ambito di “Vetro e disegno. Il processo creativo nelle storiche vetrerie muranesi del ’900” — il progetto espositivo curato da Caterina Toso visitabile nelle sale di InGalleria / Punta Conterie Art Gallery fino al 31 dicembre 2020 — l’incontro offrirà l’occasione per rivivere, attraverso i racconti e le curiosità di “fornasa”, Murano in quello che è stata nel secolo scorso: una fucina di idee, di arte, di innovazione ma anche straordinario e operoso hub produttivo e commerciale su scala internazionale.
“C’era una volta, Le vetrerie del ‘900″, questo il titolo dell’incontro, sarà coordinato dalla curatrice con lo stimolo di entrare nella vita delle fornaci dell’epoca. Che rapporto c’era tra i disegnatori e i maestri? A che età si cominciava a lavorare? Come si passava dall’essere un “garzonetto” ai livelli successivi? Come funzionavano le collaborazioni con gli artisti, i disegnatori, gli architetti? Guardando le opere esposte: c’è ancora qualcuno in grado oggi di lavorare in questo modo? Secondo voi, quello che mancano sono le idee dei disegnatori, le mani dei maestri o entrambi? Disegno o manualità?
Non sono che alcune delle domande che animeranno la serata, un vero e proprio viaggio a ritroso nella storia dell’isola e del suo fare. Un momento raro come rare sono le apparizioni pubbliche dei protagonisti dell’incontro.
Tutt’attorno la mostra con i suoi meravigliosi disegni, i materiali di archivio e gli oltre 50 vetri artistici realizzati tra gli anni ’10 e ’80 del Novecento dalle vetrerie locali selezionate dalla curatrice: Fratelli Toso, Barovier&Toso, SALIR, Venini, AVEM, Seguso Vetri d’Arte, Vetreria Aureliano Toso, Vistosi, Galliano Ferro.
“Vetro e Disegno. Il processo creativo nelle storiche vetrerie muranesi del ’900” aderisce al programma di #TheHeartOfGlass, la quarta edizione del festival internazionale The Venice Glass Week in programma dal 5 al 13 settembre 2020 a Venezia, Murano e Mestre.
L’evento si terrà al primo piano di Punta Conterie alle ore 18.00. Ingresso libero.
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“Vetro e Disegno” a cura di Caterina Toso è il secondo progetto espositivo presentato negli spazi di InGalleria, l’Art Gallery di Punta Conterie.
Inaugurato il 1 febbraio 2020, il progetto si configura come un viaggio a ritroso nella Murano del ‘900 e nel mondo del progetto alla scoperta di opere e disegni che hanno fatto la storia del vetro nel mondo.
Ph. Valentina Cunja
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Attraverso un itinerario cronologico, l’esposizione presenta oltre 50 vetri artistici realizzati tra gli anni ’10 e gli anni ’80 del ‘900 dalle nove vetrerie di Murano selezionate dalla curatrice: Fratelli Toso, Barovier&Toso, SALIR, Venini, AVEM, Seguso Vetri d’Arte, Vetreria Aureliano Toso, Vistosi, Galliano Ferro.
Opere iconiche non solo della vetreria produttrice ma anche del periodo di esecuzione, alle quali si affiancano i disegni che raccontano la loro storia — schizzi, disegni preparatori, disegni per la fornace, disegni definitivi di post-produzione, lucidi per i cataloghi — e, laddove questi non fossero reperibili, da foto storiche, dettagli e curiosità.
Ph. Valentina Cunja
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Le opere in mostra, tutti vetri originali, provengono da importanti collezioni private italiane e straniere, tra cui la collezione Holz del tedesco Lutz H. Holz e degli eredi Vistosi.
Ph. Valentina Cunja
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Nerox Pittorico, Vetreria Fratelli Toso, 1953 ca.
Vaso “Nerox Pittorico” realizzato dalla Fratelli Toso. La linea dei Nerox è caratterizzata dal colore nero “ruggine”, una composizione vetraria molto particolare che, raffreddandosi, dona alle opere un effetto ossidato in superficie.
Il vaso è abbinato a due schizzi preparatori che ben rappresentano il processo creativo dietro la realizzazione dell’opera. Spesso, infatti, venivano
realizzate diverse prove di disegno prima di arrivare alla produzione dei primi prototipi. Anche a prototipo realizzato non erano rari i cambiamenti nel design prima di giungere all’ideazione definitiva dell’opera.
Ph. Valentina Cunja
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“In un unico percorso espositivo è impossibile rappresentare le vetrerie muranesi novecentesche nella loro interezza, nelle loro mille sfaccettature e nella ricchezza della loro produzione. L’intento è piuttosto quello di cogliere Murano in quello che è stata nel corsodel secolo scorso: una fucina di idee, di arte, diinnovazione, senza dimenticarne l’aspetto più puramente produttivo e commerciale. Gli archivi storici ci restituiscono l’importanza, per la Murano del ‘900,della produzione a scopi commerciali: arredo tavola, illuminazione, oggetti di uso comune”
Caterina Toso
Ph. Roberta Orio
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Piatto con pesci, Hans Stoltenberg Lerche, Fratelli Toso, 1912
Tra le opere in mostra, molte furono presentate alla Biennale di Venezia, in altri casi si tratta si tratta di opere meno conosciute come ad esempio il “Piatto con pesci” raffigurante un design inedito di Hans Stoltenberg Lerche originale realizzato dalla Fratelli Toso e datato 1912.
Tutte le opere disegnate da Lerche furono realizzate dal maestro Vittorio Toso. L’intero gruppo fu esposto a La Biennale di Venezia del 1912.
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Piatto con pesci, Hans Stoltenberg Lerche, Fratelli Toso, 1912
Dettaglio dell’opera
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“Vetro e disegno” si snoda attraverso gli ambienti di InGalleria, al primo piano dell’hub. Un ambiente fluido idealmente diviso in due sale oggi allestite per ospitare i due focus principali della mostra: da una parte gli archivi delle fornaci muranesi del Novecento, dall’altra una panoramica sulla produzione vetraria a Murano dal 1910 al 1980.
Nella prima sala trovano così sede 10 volumi originali che mostrano le modalità di archiviazione utilizzate nel Novecento su carta. Fotografia, disegni originali, bozzetti illustrano il metodo.
Ph. Valentina Cunja
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Vittorio Zecchin, SALIR, 1930 ca.
Un pannello composto da quattro Vetrate disegnate da Vittorio Zecchin per le porte della ditta SALIR realizzate attorno al 1930 circa accompagna la visita tra la prima e la seconda sala dell’esposizione.
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Vittorio Zecchin, SALIR, 1930 ca.
Dettaglio delle vetrate
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I disegni originali, gli schizzi preparatori appaiono in alcuni casi bruciati dal calore dei forni, rovinati dal tempo ma ancora carichi di tutta la forza e la creatività che hanno dato vita alle incredibili opere in mostra a “Vetro e Disegno”.
Materiali che rivivono oggi nell’allestimento curato da Matteo Silverio caratterizzato dall’utilizzo massiccio di pannelli in ferro che sembrano risentire del tempo tra ossidazioni e corrosioni rese ancora più efficaci dall’illuminazione puntuale.
Ph. Roberta Orio
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Anse Volanti, Giorgio Ferro, 1952
Selezionata come immagine identitaria del progetto espositivo per la sua forma stilizzata e ancora contemporanea, Anse Volanti è tra le opere iconiche di Giorgio Ferro per l’effetto iridescente in superficie e la sinuosità dei manici ottenuti da perforazioni integrate nella materia.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Anse Volanti, Giorgio Ferro, 1952
Dettaglio dell’opera
Ph. Valentina Cunja
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Anse Volanti, Giorgio Ferro, A.Ve.M., 1952
È affascinante l’incredibile ventaglio di sfumature iridescenti dell’opera proveniente dalla Holz Collection. Colori cha cambiano in base alla prospettiva dell’osservatore e alla luce che si posa sulla superficie del vetro.
La sua forma essenziale è disegnata dall’eclettico Giorgio Ferro, figlio di Galliano Ferro, che dopo l’esperienza in A.Ve.M si dedicherà al vetro come materia per l’illuminazione.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
Porta la firma di Dino Martens la serie “Eldorado” della Vetreria Aureliano Toso presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1952 assieme alla serie “Oriente”.
Riconoscibile per le tecniche miste utilizzate e l’aggiunta durante la lavorazione di “macie” (vetro frantumato), schegge colorate e frammenti di altri vetri a forma di stella, polvere di aventurina (un vetro particolare dal colore dorato ottenuto con una composizione vetraria estremamente complessa), “Eldorado” è stata realizzata in numero limitato.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
Presentata alla Biennale di Venezia del 1952, Valva Siderale si distingue per una lavorazione particolarmente complicata: le due parti, una delle quali consiste in una spessa murrina dalla forma concentrica, venivano unite con la tecnica dell’incalmo a cui seguiva un lungo e laborioso lavoro di acidatura e molatura. Il maestro esecutore indiscusso per i sommersi era Angelo Seguso, fratello di Archimede Seguso.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Le innovazioni tecniche e stilistiche erano riservate alle grandi occasioni espositive, quando le vetrerie erano chiamate a mostrare il meglio della loro arte: pezzi unici o linee composte da pochi esemplari che entravano nella produzione corrente solo dopo aver riscosso un conclamato successo commerciale.
Ph. Roberta Orio
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Panoramica dell’allestimento di Vetro e disegno nella sala principale di InGalleria / Punta Conterie Art Gallery. Curato da Matteo Silverio, il progetto di allestimento ha previsto l’utilizzo di pannelli di ferro per l’esposizione delle opere di vetro accompagnate dal loro disegno originale.
Una soluzione che ha consentito di mettere in relazione lavori molto diversi tra loro — per stile ed epoca di esecuzione — senza intaccare la natura del progetto di interior curata da Alessandro Vecchiato.
Ph. Roberta Orio
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Millerighe, Ermanno Toso, 1954
I vasi Millerighe – disegnati da Ermanno Toso ed esposti alla Biennale di Venezia del 1954 – hanno un design molto elegante e leggero, i colori tenui alternati alle trasparenze slanciano ulteriormente le forme sinuose dei vasi che compongono questa linea.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Vaso Mosaico, Paolo Venini, Vetreria Venini, 1954
Forti contrasti di colore, un’originale forma piramidale e il decoro a mosaico di canne lattimo a rete caratterizzano il Vaso Mosaico realizzato nel 1954 dalla Vetreria Venini.
La firma è di Paolo Venini, noto imprenditore dell’epoca e sicuramente uno dei maggiori protagonisti del vetro muranese nel ‘900, che ha dimostrato instancabilmente la sua sensibilità per la purezza delle forme e il suo amore per l’arte del vetro.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Vaso Mosaico, Paolo Venini, Vetreria Venini, 1954
Dettaglio dell’opera
Ph. Valentina Cunja
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Vaso decorato con smalti, Fornasetti, SALIR, 1936
Esposto per la prima volta alla VI Triennale di Milano nel 1936, il vaso disegnato da Pietro Fornasetti proviene dall’Archivio storico Salir. È netto il contrasto tra le trasparenze del vetro e il decoro a smalto con mani e farfalle in policromia, luminosità e lucentezza nei dettagli dipinti in oro.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Vaso a Bollicine, Venini, 1934
L’opera vaso a bollicine viene realizzata nel 1934, a due anni dall’inizio della collaborazione tra la vetreria Venini e l’allora direttore artistico Carlo Scarpa.
Nello stesso anno vengono presentati per la prima volta alla Biennale oltre ai vetri “a bollicine”, anche i vetri a “mezza filigrana” e i vetri “sommersi”. Un periodo di vivace ricerca per il mondo del vetro, di sperimentazione di nuove tecniche, nuove lavorazioni e un diverso uso del colore.
In questo periodo di grande fermento artistico, il contributo di Carlo Scarpa è stato fondamentale per dare continuità tra passato, presente e futuro del vetro di Murano.
Credits: InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Books — Designwork
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Gala, Giusto Toso, Vetreria Fratelli Toso, 1968
Ogni componente dell’opera Gala è soffiato a stampo: ogni singola “C” ha lo stesso peso, stessa forma e stessa misura. Essendo pensati per essere composte in catene e altre conformazioni, gli elementi sono progettati per reggere pesi anche molto elevati: inoltre possono essere agganciati e sganciati solo con una precisa e particolare inclinazione, questo per evitare che parte della struttura crollasse oscillando.
Ph. Roberta Orio
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Gala, Giusto Toso, Vetreria Fratelli Toso, 1968
Dettaglio dell’opera.
Ph. Roberta Orio
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Incisione, Renato Guttuso – Incisore: Mario D’Alpaos, SALIR, 1983
Leda era la bellissima regina di Sparta, figlia di Testio, di cui Zeus si innamorò perdutamente. Sottoforma di candido cigno, Zeus scese dall’Olimpo per raggiungere la giovane.
Il Disegno di Renato Guttuso riprende il noto mito di Zeus e il cigno. La figura femminile disegnata si ispira a Marta Marzotto.
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Ih che bei, Fulvio Bianconi, Vistosi, 1970 ca.
L’audacia creativa del designer Fulvio Bianconi dà forma a una delle più iconiche serie del tempo Ih che bei o “Oh how pretty” (1963 circa).
Realizzata per la Vetreria Vistosi, Ih che bei è la sintesi del gusto minimalista degli anni Sessanta reinterpretato con freschezza ed estro grafico.